Cinisello Balsamo, il Palasport cambia nome: Armani sostituisce Allende dopo 52 anni
Nella periferia nord di Milano, il Palasport di Cinisello Balsamo rappresenta molto più di una semplice struttura dedicata allo sport. Inaugurato nei primi anni Settanta, il palazzetto è stato intitolato a Salvador Allende, il presidente cileno simbolo della democrazia e della resistenza. La scelta di dedicare questa struttura ad Allende ha profondamente segnato l’identità civica di Cinisello, città che accolse numerosi esuli dal Cile all’indomani del golpe militare del 1973. Per oltre mezzo secolo, il nome è diventato sinonimo di impegno civile e inclusione, trasformando il palasport in uno spazio di incontro per eventi sportivi, culturali e manifestazioni legate al valore della memoria collettiva e della solidarietà.
Il dibattito sul cambio di nome: reazioni e motivazioni delle parti coinvolte
Negli ultimi mesi, la decisione del Consiglio comunale di cambiare il nome del Palasport, passando da Salvador Allende a Giorgio Armani, ha suscitato accese discussioni tra le diverse anime della città. La proposta, presentata da Fratelli d’Italia e sostenuta dalla maggioranza di centrodestra, viene motivata dalla volontà di rinnovare l’identità della struttura e valorizzare una figura ritenuta rappresentativa per il territorio, riconoscendo a Giorgio Armani il merito di aver promosso l’immagine della Lombardia nel mondo.
- Per i sostenitori della nuova denominazione, il noto stilista incarna i valori di eleganza, impegno sportivo e attaccamento alla comunità, avendo spesso sostenuto iniziative benefiche e culturali in Lombardia.
- Dall’altra parte, l’opposizione e ampie fasce della società civile giudicano la scelta come un atto di cancellazione della memoria storica, sottolineando come il nome Allende sia ormai parte del patrimonio identitario locale.
- I gruppi consiliari di minoranza e diverse associazioni ritengono che tale decisione rifletta una forma di revisionismo storico e rischi di snaturare il tessuto di valori della città.
L’aula consiliare, durante la seduta, ha visto una forte partecipazione di pubblico e rappresentanti della comunità cilena, che hanno espresso il loro dissenso, talvolta abbandonando la sala in segno di protesta. Allo stesso tempo, il gruppo di maggioranza ha ribadito che la scelta punta a rafforzare il legame tra sport e territorio, suggerendo la possibilità di individuare una nuova collocazione per ricordare Salvador Allende nel prossimo futuro.
La mobilitazione cittadina e le iniziative per la memoria di Allende
L’ipotesi di cambiare il nome alla storica struttura ha dato vita a un’intensa mobilitazione popolare. Cittadini, esuli cileni, partigiani e realtà associative si sono attivate con raccolte firme e petizioni, raggiungendo quasi tremila sottoscrizioni tra moduli online e firme depositate fisicamente presso il Comune. Questa azione testimonia quanto il tema sia sentito nella collettività, consapevole che una modifica di tale portata incida profondamente sul senso di continuità storica e sui valori democratici che il nome Allende incarna da generazioni.
Prospettive future: tra ricorsi e la ricerca di una nuova collocazione per Allende
Dopo il voto del Consiglio comunale, la vicenda resta aperta sul piano amministrativo e simbolico. I promotori della petizione hanno già prospettato la possibilità di ricorsi alla prefettura e ai tribunali competenti, appellandosi alle regole nazionali che impongono il decorso di almeno dieci anni dalla scomparsa di una personalità per l’intitolazione di spazi pubblici. In questo senso, il Comune dovrà eventualmente richiedere una deroga al Prefetto e attendere il parere del Ministero dell’Interno.
Parallelamente, l’amministrazione si è impegnata a individuare una nuova forma di riconoscimento per la memoria di Salvador Allende, anche se le modalità e le tempistiche rimangono ancora incerte. Resta aperto il dibattito su quali spazi della città potranno raccogliere questa eredità, affinché la memoria storica e i valori civili continuino ad essere un punto di riferimento per tutta la cittadinanza.
