Raccolta Umido nella raccolta differenziata spazzatura. Come fare e tutte le regole 2018-2019
Nell’ultimo quarto di secolo l’Italia ha lavorato parecchio sui modi più efficaci per allestire una raccolta differenziata efficiente ed efficace. Sforzi che non sono stati vani visto che il sistema introdotto per la raccolta consente al Belpaese si riciclare una frazione di umido che si aggira intorno ai 6 milioni di tonnellate all’anno. Un grande balzo in avanti verso efficienza e sostenibilità che sono caratteristiche ormai riscontrabili in diversi paesi, da Nord a Sud del Paese. Certo ci sono anche alcune cose da registrare come ad esempio la difficoltà che stanno incontrando alcuni grandi centri che però non offuscano i passi avanti di questi ultimi anni. Ecco come fare una corretta raccolta dell’umido e quali sono tutte le regole 2018-2019.
Raccolta differenziata come fare con l’umido
La raccolta differenziata ha rappresentato un vero e proprio salto di qualità, laddove è stata organizzata in maniera efficace, nella gestione del ciclo dei rifiuti. Per quanto riguarda come fare con l’umido è bene sapere che dal primo gennaio 2018 è entrato in vigore l’obbligo di utilizzare come imballaggio primario per alimenti sfusi sacchi leggeri e ultraleggeri biodegradabili e compostabili certificati secondo la norma UNI EN 13432. Alla luce di queste novità è bene ricordare allora quali sono tutte le regole da rispettare nel 2018 e nel 2019.
Raccolta umido tutte le regole 2018-2019
Per quanto riguarda l’umido le regole 2018-2019 sono chiare. Un riepilogo rapido non può che fare bene. I sacchetti che si prendono all’ortofrutta, per esempio, sono idonei e possono essere utilizzati per la raccolta dell’umido domestico. Le eventuali etichette vanno rimosse e questa è un’operazione che non sempre è semplice. Tuttavia gli impianti di smaltimento sono attrezzati a rimuoverle.
L’impiantistica dedicata al riciclo dei rifiuti organici deve essere qualificata ed efficiente nella gestione degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile. Anche i sacchetti strappati possono essere depositati nel flusso dell’organico destinato al compostaggio. Per un corretto trattamento dei rifiuti organici è fatto obbligo di utilizzare i sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile certificati a norma UNI EN 13432 in carta o in bioplastica, per contribuire all’effettivo recupero dei rifiuti e alla produzione di compost di qualità. Per riconoscere un sacchetto conforme alla legge bisogna controllare se riporta le scritte “biodegradabile e compostabile”, quella dello standard europeo EN 13432:2002 e la certificazione di compostabilità. Ormai è risaputo che bisogna evitare senza alcun dubbio le buste di plastica tradizionale.
Le plastiche convenzionali finiscono nel rifiuto organico rappresentano un vero problema e testimoniano una superficialità all’atto della differenziazione. La rimozione integrale di ciò che indebitamente finisce nell’umido, per garantire così il rispetto degli standard qualitativi del compost, rende necessari interventi di raffinazione impegnativi dal punto di vista delle energie investite e anche dei costi.